LE CAPUZZELLE : mistero e magia

 


Cimitero delle Fontanelle


A Napoli il rapporto con la morte è particolare, fatto di ironia e dissacrazione ma comunque sempre mistico e religioso. Il culto dei morti è una devozione particolare, un rapporto che avvicina il mondo dei vivi a quello dei morti. La Cappella Sansevero, Napoli Sotterranea, il Tunnel Borbonico, la Chiesa di Purgatorio ad Arco, le catacombe del Rione Sanità, il cimitero delle Fontanelle, sono i luoghi dove viene rappresentato il rapporto tra vita e morte. E nei dintorni il Lago d’Averno dove Virgilio poneva l’ingresso dell’aldilà. Ma c’è una poesia di Totò “la Livella” che spiega meglio di qualsiasi altra cosa il legame con la morte dei napoletani.

 “La Livella” che narra l’incontro tra due morti, uno aristocratico e nobile che vanta i suoi natali e rimprovera l’altro, un povero, che si è fatto seppellire nella tomba vicina alla sua, che invece lo riporta alla realtà della morte di fronte alla quale siamo tutti uguali e gli dice:

 

“Tu qua’ Natale…Pasca e Ppifania!!!, ma che è
T”o vvuo’ mettere ‘ncapo…’int’a cervella
che staje malato ancora e’ fantasia?…
‘A morte ‘o ssaje ched”e?…è una livella.

‘Nu rre,’nu maggistrato,’nu grand’ommo,
trasenno stu canciello ha fatt’o punto
c’ha perzo tutto,’a vita e pure ‘o nomme:
tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?

Perciò,stamme a ssenti…nun fa”o restivo,
suppuorteme vicino-che te ‘mporta?
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie…appartenimmo à morte!”

 

 

Lasciata via Foria si entra nel Rione Sanità e qui siamo in un altro mondo, nel cuore verace di Napoli.


Palazzo dello Spagnuolo - Rione Sanità

Bellissimi palazzi nobiliari con dei cortili- giardini incredibili, pieni di piante rigogliose, di statue e scale monumentali, strade che pullulano di gente, bancarelle di ogni genere, la preziosa chiesa di S. Maria alla Sanità, la casa di Totò, insomma siamo in uno dei quartieri più ricchi di storia e di tradizioni.

 

Santa Maria alla Sanità 


Camminando per i “Vergini” una zona che in passato era boscosa e selvaggia, con enormi grotte di tufo, sorgenti di acqua e torrenti che periodicamente esondavano, e invadevano le strade con la cosidetta “lava dei vergini”.

Vergini perché la zona in epoca greco-romana era frequentata dagli eunostidi, adoratori del dio minore Eunostos, ed erano dediti alla temperanza e alla castità. Da tutta questa presenza di acque nella zona deriva il nome di Fontanelle. 

La strada continua in salita passando attraverso case private, panni stesi per strada, bassi, murales originali, vociare di gente semplice, si respira in ogni angolo l’autenticità del rione.

 




Murales alla Sanità


E si arriva davanti al grande antro del Cimitero delle Fontanelle.

Entrando ci si addentra nel regno dei morti, l’impatto è violento, suggestivo e misterioso, da subito   si percepisce una strana energia inquieta ma viva.

 

Antro Cimitero Fontanelle


Migliaia di teschi e ossa ordinati e sistemati uno sull’altro in ordine quasi perfetto, alcuni regali ex voto, donati per grazia ricevuti a testimonianza di credenze e superstizioni.

 



L’origine di questo cimitero risale al periodo a cavallo tra XVI o XVII sec. In quegli anni si erano verificati eventi terribili per la città, catastrofi: rivolte popolari, carestie, terremoti, eruzioni del Vesuvio, e epidemie.

Infatti su un popolazione di 400.000 anime, morirono in quegli anni più della metà.

 



Nei cimiteri non c’era posto per tutti, né per nobili e ricchi nelle chiese, tutti i cadaveri furono depositati, senza alcuna differenza, nelle cave extra moenia, compresa quella delle Fontanelle.

In seguito a causa di inondazioni della lava dei vergini che allagarono la Cava tutti gli scheletri furono scaraventati fuori nelle strade, e fu difficile ricomporli, così tutte le ossa e i teschi furono ammassati nella cava.




Alla metà del XVIII sec, 1765, il cimitero fu destinato alla sepoltura delle salme” della bassa popolazione”.

Negli anni ’70 del XX sec. fu chiuso dal Cardinale di Napoli perché era diventato un esagerato luogo di culto pagano. La gente pregava per le “anime pezzentelle” (anime povere), che venivano considerate un mezzo di comunicazione tra vivi e morti, tra la terra e l’aldilà.

Un teschio “capuzzella” qualsiasi veniva adottato divenendo parte della famiglia del devoto, gli si dava un nome, una storia e un ruolo, e con lui si parlava, si pregava e ci si raccomandava per una grazia e un miracolo, offrendo doni, collane, bigliettini, lumini, oggetti lasciati in segno di devozione e ringraziamento.




Lo spirito si manifestava attraverso il sogno e chiedeva che gli venissero rivolte delle preghiere per lenire le pene del purgatorio, in cambio consigliava numeri da giocare al lotto o altre grazie. 

Se il miracolo avveniva il teschio veniva onorato dandogli una degna sepoltura in una teca di vetro o di legno, altrimenti se il miracolo non avveniva veniva abbandonato e scelta un’altra capuzzella con la quale il devoto iniziava la stessa trafila.




Questi riti, vengono svolti anche ai giorni nostri. 

Tra i teschi più famosi del cimitero c’è quello del Capitano posto in una teca di vetro, molto venerato da tanti devoti. Si riconosce dall’orbita oculare nera.


Il Capitano 


La leggenda narra di una ragazza molto devota a un teschio che si diceva fosse di un ufficiale, andava a visitarlo, lo pregava di accontentarla e di concedere grazie. Il fidanzato della ragazza geloso, un giorno decise di seguirla, armato di un bastone. Entrato nel cimitero e preso dalla rabbia colpì il teschio infilando il bastone in un occhio e per deriderlo lo invitò al loro matrimonio.

Qualche tempo dopo, nel giorno delle nozze, apparve un invitato in divisa militare e nessuno lo conosceva. Lo sposo allora gli aveva chiesto chi era e il soldato gli rispose che era stato invitato proprio da lui. Così si spogliò e si mostrò per quel che era, uno scheletro. Alla vista dello scheletro i due sposi morirono sul colpo, e la leggenda vuole che siano conservati nel cimitero delle Fontanelle.

 

I due Sposi


Altro personaggio famoso è quello di Donna Concetta detta anche ‘a capa che suda.

Si trova in una teca di legno ed è l’unico teschio sempre lucido e pulito, mentre tutti gli altri sono ricoperti di polvere.


Donna Concetta

Questa sua peculiarità sembra sia una reazione all’umidità del luogo, ma per i fedeli quell’umidità è il sudore dell’anima di donna Concetta.
La tradizione vuole che donna Concetta esaudisca delle grazie e per assicurarsi se ciò avverrà, basta toccarla e verificare se la propria mano si bagna. Donna Concetta è oggetto della devozione delle donne per trovare marito.

Addentrandoci nella cava si scorge un raggio di luce che illumina l’inquietante statua decapitata di San Vincenzo Ferrer conosciuto come “il Monacone”. Vestito con l’abito domenicano con al posto della testa un teschio.

 

Il Monacone 


Vicino al Monacone c’è la coppia nobile dei coniugi Carafa, gli unici scheletri non anonimi del cimitero, sono posti all’interno di una bara, ancora vestiti. Il teschio della moglie, donna Margherita è mummificato e ha la bocca spalancata, da qui si dice che sia morta soffocata da uno gnocco.

 

Donna Margherita Carafa


Poi c’è Pascale o’ capa, famoso per dare i numeri vincenti al gioco del lotto.

Ogni angolo, ogni corridoio del Cimitero delle Fontanelle è ricco di storia, aneddoti, leggende e tanti personaggi di ogni genere, donne, uomini, cavalieri morti in combattimento, ma anche bambini, arricchiscono questo luogo incredibile.

 

La grande Cappella ossoteca




Appena entrata l’impatto è stato molto forte e macabro, ma poi passeggiare in questo luogo suggestivo e indimenticabile diventa una sorta di meditazione silenziosa e serena.

Non c’è più spazio per l’inquietudine iniziale, prendi confidenza con le “capuzzelle” e hai la sensazione che ti parlino, si raccontino, ti vengano incontro e ti osservino.







Si mi sentivo osservata e accompagnata nella visita da tutte queste anime, era una sorta di condivisione spirituale e uno stare in “sospeso” tra il regno dei vivi e quello dei morti.

In questa fusione tra sacro e profano, in questo cimitero luogo di memoria, si percepisce la vita, una strana e viva energia che proviene dalle anime che anche se morte continuano comunque a vivere.


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