PEDAMENTINA : TRA PANORAMI E MISTERI

 


Panorama dalla Pedamentina


A Napoli ci sono tantissime rampe, scale, calate che si inerpicano dal mare alla collina e viceversa, straordinari percorsi da godere con tranquillità, soffermandosi nell’osservare i colori, panorami e profumi.

Una di queste scale è la Pedamentina che collega Castel Sant’Elmo e la Certosa di San Martino ubicati nella collina del Vomero, al centro storico.


Castel Sant'Elmo

Un percorso fatto di 414 gradoni risalente al XIV secolo, ricco di storia, splendide vedute, misteri e leggende. Qui soggiornò anche Charles Baudelaire e altri artisti si lasciarono conquistare dalle sue bellezze.

In origine era un sentiero utilizzato per trasportare i materiali per la costruzione della Certosa, in seguito, vista l’utilità di collegare il centro storico con la collina del Vomero, vennero costruite le scale. Oggi la Pedamentina fa parte del patrimonio Unesco.


Pedamentina

Scendere lungo la Pedamentina è molto pittoresco e affascinante tra case colorate, bassi, fiori, orti e giardini, lontani dalla confusione della città, lo sguardo è rapito dal meraviglioso panorama che spazia dalla Reggia di Capodimonte al mare, passando per il centro storico con un collage di palazzi, Chiese, cupole colorate e poi Spaccanapoli e l’inconfondibile Santa Chiara e su tutto, in lontananza l’imponente Vesuvio.


Panorama dalla Pedamentina



Panorama dalla Pedamentina

Lungo la discesa mi vengono in mente leggende su questo luogo che parlano di fantasmi che si divertirebbero a spaventare i passanti. Infatti c’è una leggenda legata alla Pedamentina: alla fine della prima rampa c’è un antico cancello, dove all’interno di notte, secondo alcune testimonianze, si sentirebbero urla e pianti di prigionieri uccisi dalle guardie reali e lasciati insepolti nei sotterranei.


Antico Cancello


Prima rampa con alla fine l'antico cancello


Scale di Montesanto



Man mano che scendo, la scalinata è abbastanza ripida, ho la sensazione che mi porti nel ventre della città, infatti superato il Corso Vittorio Emanuele, mentre continuo a scendere, incontro un pelosetto nero pacifico e ronfante che vuole coccole e mi soffermo a coccolarlo, però mi si stringe il cuore perchè il mio pensiero va al mio gatto Ciro che  ho appena perso, dopo ventun anni, era identico al nero solo grigio ma stessi occhi, ma subito lo considero un incontro di buon auspicio e di conforto.  






Graffiti

Ammiro i lavori dei graffitari e arrivo a Montesanto e alla Pignasecca, quartieri storici e molto caratteristici del centro, e qui ritorno alla vita brulicante con il mercato più antico della città, bancarelle di bella frutta e verdura, pesce fresco, abiti, scarpe, il profumo del pane fresco, il vociare dei venditori, il tutto a prezzi molto bassi, insomma un luogo unico, inebriante e genuino che io amo molto.

 


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