L'OSPEDALE DELLE BAMBOLE DI NAPOLI : IL MAGICO MONDO DEI BALOCCHI

 

“Nella mia casa ho riunito giocattoli grandi e piccoli, senza i quali non potrei vivere. Il bimbo che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che era dentro di sé e che gli mancherà molto.” Pablo Neruda




 C’era una volta, alla fine del 1800, nel centro storico di Napoli a “Spaccanapoli”, una piccola bottega dove Luigi Grassi, scenografo di corte, oltre a preparare le scenografie, si dedicava anche a riparare qualsiasi cosa.

Capitò che una mamma, non sapendo a chi rivolgersi per aggiustare l’unica bambola della figlia che si era rotta, provò a bussare alla bottega di Luigi che la accontentò restituendo alla bimba la bambola perfettamente riparata. Fu un successo per il “Dottore delle bambole di Spaccanapoli”, infatti si sparse la voce e tante altre mamme iniziarono a portare al “Dottore” le bambole da riparare.




Da allora, ancora oggi, attraverso quattro generazioni, l’Ospedale delle bambole che si trova ora nella nuova sede sempre in via San Biagio dei Librai, nel cortile del palazzo Marigliano, in quelle che furono le sue scuderie, ripara e restaura ogni tipo di bambole e bambolotti di legno, cartapesta, porcellana e plastica e poi peluche e tanti altri tipi di pupazzi e giocattoli.




Entrando ho la sensazione di accedere in un luogo magico e fuori dal tempo, giochi di luci e ombre, suoni di carillon creano un’atmosfera sognante da “Alice nel Paese delle Meraviglie”.




Ovunque da pareti e soffitti penzolano giocattoli di tutti i tipi, vecchi e seminuovi, marionette, pupi, pupazzi, altalene, gambe, occhi, braccia, vestitini, capelli, scarpe e bambole di tutti i tipi, alcune identiche alle mie con le quali giocavo spensierata da piccola. Ho sempre amato le bambole, le consideravo alcune figlie e altre amiche, ci parlavo, mi prendevo cura e mi piaceva inventare mondi fantastici con loro e poi mi facevano compagnia. Ritrovarle qui è stata un’emozione unica, un viaggio nel tempo della mia l’infanzia piena di creatività.

 






Oltre l’ingresso, nella sala principale c’è un piccolo e suggestivo palcoscenico e qui un video e una voce coinvolgente raccontano la storia dell’Ospedale delle bambole, come una favola, storia e magia si intrecciano in un’atmosfera incantata e mi trovo immersa in un mondo visionario.




 Poi la visita prosegue all’interno dell’Ospedale dove si trovano tutti i reparti di un comune Ospedale: c’è il Pronto soccorso, la Radiologia, la zona Trapianti, Oculistica, il Bambolatorio cioè l’ambulatorio delle bambole, le Degenze, la zona Gessi, l’Ortopedia.





Reparto Degenze


Oculistica



Radiologia




Come si svolge il percorso del paziente? Dall’Accettazione si passa al Pronto Soccorso con tanto di codice rosso, giallo o verde dove il paziente viene sottoposto ad una prima valutazione per determinare il problema e quindi il tipo di intervento e di ricovero.

Resto incantata quando, il Primario, la Sig.ra Tiziana Grassi nipote del fondatore Luigi, con passione racconta tutte le fasi di restauro senza tralasciare le storie che ogni bambola o giocattolo conserva. Eh sì qui arrivano bambole da tutto il mondo e ognuna di loro è simbolo di ricordi e legami.


Bambolatorio






Dopo essere state curate le bambole vengono trasferite al reparto trucco e parrucco, qui vengono truccate, vestite e acconciate pronte per il ritorno a casa.


Reparto Trucco e Parrucco

L’Ospedale delle bambole è l’unico Ospedale che non ha l’Obitorio, perché qui bambole e giocattoli ritrovano sempre una seconda vita perché sono immortali.

A Napoli, in questa città dai mille volti, c’è anche questo piccolo mondo incantato dove si ritrova la magia e il fascino di quello che è stato il mondo dei balocchi.








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