ERCOLANO : UNA CITTA SENZA TEMPO

 



La vita degli abitanti di Ercolano fu distrutta nel 79 d.C. dalla violenta eruzione del Vesuvio, insieme a Pompei, Stabia e Oplontis (Torre Annunziata).

Ercolano, diversamente da Pompei che fu seppellita da cenere e lapilli, venne completamente sepolta da uno strato di 20 metri di fango e materiali piroclastici che raffreddandosi si solidificarono, formando un piano di roccia simile al tufo, che ha protetto la città e permesso l’ottima conservazione degli edifici.






Infatti, al loro interno sono stati ritrovati importanti reperti come: legno, tessuti, carta, cibi, resti di corpi umani, arredi, oggetti di uso quotidiano e altro ancora che hanno permesso la ricostruzione della vita degli abitanti.


Bottega

Ercolano fu riportata casualmente alla luce nel 1710 quando un contadino, scavando nel proprio terreno trovò resti di statue e marmi pregiati. Iniziarono così, per caso, le esplorazioni, ma solo in epoca borbonica furono eseguiti gli scavi sistematici per riportare alla luce la città antica.

Sulla sua fondazione storicamente non si hanno notizie certe, una leggenda narra che fu fondata da Ercole da cui prese il nome, ma probabilmente fu fondata dagli Osci nell’VIII sec. a.C., per poi passare successivamente sotto la dominazione etrusca, greca, sannita e romana. 

Ercolano, rispetto a Pompei era più piccola, però è meglio conservata.

In epoca Romana aveva una popolazione di circa 5.000 persone. Era dotata di tre complessi termali, una palestra, un grande teatro, diversi Templi e Basiliche ed era circondata da mura. La sua economia si basava sulla pesca e sull’agricoltura con la coltivazione di ulivi, grano, fichi e vigneti per la produzione di vino.






Le abitazioni di Ercolano, rispetto a quelle di Pompei, erano più piccole ma più sfarzose ed erano dotate di acqua corrente.

Era considerata dagli antichi Romani una città aristocratica, elegante, la “città dell’otium” perché, grazie alla sua posizione sul mare era luogo salutare di villeggiatura di famiglie patrizie.

Appena varco l’ingresso del Parco è già un’emozione perché mi trovo davanti una città “senza tempo”, sospesa tra mare e Vesuvio.


Cardine


Decumano

Scendo una ventina di metri sotto il livello stradale perché la moderna Ercolano è stata costruita sopra l’antica e, insieme alla guida del Parco archeologico, inizio il cammino tra decumani e cardini pavimentati di pietra lavica, tra domus, ville con meravigliosi affreschi dai colori vivi e con bellissimi pavimenti in mosaico, lungo le strade fontane in pietra calcarea dove gli antichi romani si incontravano, taverne e botteghe ancora attrezzate con mensole di legno e anfore, le terme e la palestra e poi i magazzini del porto che un tempo si trovavano sulla spiaggia e davano riparo alle barche, qui all’interno delle arcate sono stati trovati migliaia di scheletri umani, ercolanesi che nella tragica notte dell’eruzione scappavano verso il mare per mettersi in salvo, qui oltre ai corpi è stata trovata anche una barca romana, tutti preziosi tesori visibili.


Mosaici pavimenti


Taverna


Casa di Nettuno e Anfitrite


Fornici Magazzini del Porto


Barca romana


Piscina



La guida, infatti, racconta che quello, che oggi vediamo è solo una parte di Herculaneum, perchè tanta ricchezza è ancora nascosta sotto terra, in particolare edifici pubblici e religiosi.

Un turbinio di forte suggestione mi coinvolge, la sensazione è che il tempo si sia appena fermato. E’ come se questa città fosse solo addormentata ma ancora viva. Passeggiando in queste strade percepisco un’energia magnetica ad ogni passo, la respiro nell’aria, è un tuffo nel passato che mi fa immaginare la vita di allora, entro nelle Domus con profondo rispetto perché ho l’impressione che la famiglia sia ancora all’interno.  Insomma sono emozioni forti e mi è inimmaginabile pensare che in un attimo tutto è stato distrutto. Ma l’energia degli antichi ercolanesi è ancora qui presente.

 

Affreschi


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