Non solo Merda .....








Voglio dedicare un post a Piero Manzoni,  artista che amo molto, fra i più importanti,originali e provocatori dell’arte concettuale e del panorama artistico internazionale. Anni fa, ho visitato la sua  mostra antologica al Madre, Museo d’Arte Contemporanea di Napoli. La mostra curata da Germano Celant presentava circa  200 opere, fotografie, video, riviste e manoscritti autografi,  offrendomi  l’occasione di ripercorre l’avventura creativa di Manzoni attraverso le diverse fasi della sua breve ma intensa carriera: dagli esordi del 1956 al 1963, anno della sua prematura scomparsa.
E’ stato un viaggio dal  fascino concettuale, l’espressività e la sperimentazione dei vari materiali, le opere bizzarre e  innovative sono  molto intense.
Dalle Scatole-linee degli anni ’59 e ’60, ai Achromes dei primi anni ’60, alle celebri Merde d’artista, alle sculture semoventi, come quelle sostenute da un getto d’acqua, è una narrazione continua del suo pensiero  innovativo, trasgressivo,  un continuo interrogarsi sul senso dell’arte, messa continuamente in discussione con le  provocazioni.
 Il senso profondo della sua ricerca, essenzialmente concettuale, sempre concentrata  verso una sacralizzazione-dissacrazione dell’artista, tanto da staccarsi dai meccanismi del marketing del mercato e di spersonalizzarsi per lasciare emergere il proprio lavoro.
Infatti, Manzoni,  soleva ripetere a spiegazione del suo lavoro «Non c’è nulla da dire, solo da essere, solo da vivere».




Piero Manzoni nasce il 13 luglio 1933 a Soncino, è figlio dei conti Manzoni.
 Cresce a  Milano, dove frequenta il Liceo classico gesuita Leone XIII, in seguito  si iscrive alla Facoltà di Legge dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e poi all'Accademia di Brera.


senza titolo-olio catrame  1957

La sua famiglia frequenta gli ambienti artistici milanesi ed è amica di  Lucio Fontana, fondatore dello Spazialismo, che conoscerà ed  influenzerà il pensiero artistico di Manzoni.
All'inizio degli anni '50, Manzoni inizia a dipingere ad olio paesaggi e ritratti di stampo tradizionale, ma è nel 1955 che  inizia a sperimentare tecniche  innovative e originali, inserendo nelle opere oggetti vari.


senza titolo -1957

Nel 1956, a soli 23 anni,  Manzoni spiega  la sua opera firmando la sua prima dichiarazione di intenti, il manifesto “Per la scoperta di una zona di immagini”, (scritto insieme a Camillo Corvi-Mora, Ettore Sordini e Giuseppe Zecca), dove afferma :«  Il quadro è la nostra area di libertà; è in questo spazio che noi andiamo alla scoperta, all’invenzione delle immagini,  l'arte è un impulso inconscio che rende evidenti valori universali » .Sempre nello stesso anno, partecipa alla “IV Fiera mercato” del castello sforzesco di Soncino.
Nel 1957 entra a far parte del "Movimento nucleare", facendosi promotore e attivo divulgatore delle nuove idee,  firma due importanti documenti programmatici: “ il Manifesto per una pittura organica e il Manifesto contro lo stile” , durante l’anno  firmerà un secondo manifesto, “Per una pittura organica”.
Partecipa in ottobre alla mostra allestita dal Movimento Nucleare nella Galleria San Fedele di Milano ("Arte Nucleare 1957"), esponendo con Enrico Baj, Franco Bemporad, Asger Jorn, Yves Klein, Arnaldo e Gio Pomodoro, Mario Rossello, Ettore Sordini, Serge Vandercam e Angelo Verga.  Inoltre, espone, insieme a Sordini e Verga, alla galleria Pater di Milano.
Nello  stesso anno inizia una serie di  tele dal titolo Ipotesi, usando materiali che successivamente sfrutterà moltissimo, come il gesso e la colla. Dipinge figure antropomorfe (ominidi con grandi teste innestate su piccoli corpi), tele rivestite di catrame e quadri ottenuti con l’impronta di oggetti quotidiani immersi nella vernice (chiavi, forbici, bottoni, pinze).
La superficie della tela, diventa così un campo di ricezione della realtà.


Achrome 1958  caolino tela


achrome 1958 caolino tela


Achrome 1959- caolino e tela


Nel 1958, Manzoni crea una serie di  opere dal nome "Achromes", superfici quadrate rigorosamente bianche, di tessuto, feltro, ovatta, fibra di cotone, peluche o altri materiali, ricoperte di gesso grezzo, di colla  e imbevute di caolino (un’argilla bianca impiegata nella produzione della ceramica): materiali che non vengono mai lavorati dall’artista, ma piuttosto lasciati decantare.
La tela non è dipinta, il caolino non viene steso, ma la prima è intrisa, il secondo lasciato ad essiccare, il risultato avviene da sé, in quanto determinato dalla trasformazione del materiale con l’asciugatura. Nello stesso anno Manzoni prende parte a due mostre collettive insieme a Lucio Fontana e a Enrico Baj. Viene allestita anche   una mostra monografica di Manzoni alla Galleria Pater di Milano.
Nel 1959 entra in contatto con il Gruppo Zero di Düsseldorf, e  stringe amicizia con Agostino Bonalumi  ed Enrico Castellani, con cui fonda "Azimuth"; è una rivista creata per promuovere un nuovo tipo di espressione artistica, vi compaiono scritti di Balestrini e Sanguineti e illustrazioni di Klein, Pomodoro , Rauschenberg e Dorazio.



  mostra “Linee”  gall. Azimut  12-1959



linee 1959



Linea


La sua  produzione, in questi anni, è concentrata  sugli "Achromes" e sul  creare oggetti concettuali come le "Linee", opere con una sola linea tracciata su un foglio di carta, arrotolato e posto all’interno di un contenitore di legno, etichettato e a forma di  cilindro senza aperture, nascosto allo sguardo, chiuso nel contenitore, metaforicamente chiuso in se stesso. L’esistenza della Linea viene garantita dall’artista, in quanto il contenitore non è apribile e può venire visualizzata esclusivamente attraverso uno sguardo interiore, concettuale.



Fiato d'artista 1960



P. Manzoni, Fiato d'artista 1960


Produce inoltre 45 "Corpi d’aria", successivamente definiti "Fiati d'artista": si tratta di palloncini di plastica gonfiati da lui, cioè dal fiato vitale d'artista, sigillati e fissati su una base di legno.
In questi anni dà libero sfogo alla sua vena provocatoria  e originale,  in questo periodo nasce l'idea delle "Sculture viventi", corpi di persone che diventano opere d'arte perché vengono firmati da lui stesso, che così facendo ne garantisce l’autenticità (tra le 71 che firmerà fino al 1961 compariranno anche Umberto Eco, Marcel  Broodthaers e Mario Schifano).
Sempre nel '59 Manzoni ritorna ad Albisola, ed espone alla galleria Il pozzetto alcune "Linee" di varie lunghezze, chiuse in scatole cilindriche nere con etichette arancioni e dicitura che riporta lunghezza, mese e anno di creazione.
Nello stesso anno,  apre con  Castellani la galleria  Azimuth , che diventerà uno spazio molto importante di arte anti-informale.



Achrome 1961


Nel 1960, nella stessa galleria, in una  mostra La nuova concezione artistica  espone con Klein, Mack e Castellani, inoltre, nel secondo numero della rivista Azimuth pubblica  il testo Libera dimensione, con cui teorizza la concezione di  spazio totale:
« Il verificarsi di nuove condizioni, il proporsi di nuovi problemi, comportano, con la necessità di nuove soluzioni, nuovi metodi, nuove misure; non ci si stacca dalla terra correndo o saltando; occorrono le ali; le modificazioni non bastano; la trasformazione deve essere integrale. Per questo io non riesco a capire i pittori che si pongono a tutt'oggi davanti al quadro come se questo fosse una superficie da riempire di colori e di forme. Tracciano un segno, indietreggiano, guardano il loro operato inclinando il capo e socchiudendo un occhio, poi balzano di nuovo in avanti, aggiungono un altro segno, un altro colore della tavolozza, e continuano in questa ginnastica. Il quadro è finito; una superficie d'illimitate possibilità è ora ridotta a una specie di recipiente. Perché invece non vuotano questo recipiente? Perché non liberare questa superficie? Perché non cercare di scoprire il significato illimitato di uno spazio totale, di una luce pura ed assoluta? »
Il suo stile diventa sempre più essenziale, propone nuove opere sempre più provocatorie come "Scultura nello spazio", una sfera pneumatica di 80 cm di diametro, in sospensione su un getto d’acqua.




la Linea di Herning 1960


Ritorna a produrre, "corpi d'aria" che sono intitolati Fiato d'artista  e "Linee".  Il 4 luglio 1960, infatti, a Herning (Danimarca), Manzoni  crea una linea di  7200 metri, " La Linea di Herning" che poi sigilla in un cilindro di zinco e seppellisce nei giardini dell’Herning Kunstmuseum perché possa essere ritrovata  in futuro. L’idea era quella di creare una serie di Linee sepolte nelle principali città del mondo, la somma totale delle varie Linee avrebbe dovuto abbracciare l’intera circonferenza del globo.




Uova scultura 1960


Sempre nello stesso anno, il 21 luglio, presenta alla galleria  Azimuth una delle sue performance più famose: la Consumazione dell’arte dinamica del pubblico, divorare l’arte. L’invito che spedisce agli ospiti diceva: “Siete invitati il 21 luglio alle 19, a visitare e collaborare direttamente alla consumazione dei lavori di Piero Manzoni”. Una cerimonia rituale dove alcune uova sode, bollite all’inizio della mostra e firmate dall’artista, con l’impronta del pollice vengono distribuite e mangiate sul posto dal pubblico. Con questo atto, il pubblico entra in comunione con la forza e il corpo dell’artista e l’uovo diventa reliquia in quanto reso sacro dal contatto con l’artista.
Espone nel 1961 con  Castellani alla galleria La Tartaruga di Roma dove presenta  le "Sculture viventi" (modelle nude o persone del pubblico),  che Manzoni  firma in diretta, aggiungendo anche un francobollo colorato, apponendo una scadenza che ne  indica la durata. 





Merda d'artista - 1961


Il 24 aprile, in occasione di una serata, firma la sua scarpa destra e la dichiara opera d'arte, facendo lo stesso con una scarpa di Schifano.
Il 1961 è anche l’anno in cui le sue provocazioni sono sempre più estreme: infatti nel maggio inscatola e mette in vendita le famose 90 scatolette di "Merda d'artista" da 30 gr., conservata al naturale, il prezzo corrispondeva al valore corrente dell’oro, le presenta  per la prima volta il 12 agosto, alla Galleria Pescetto di Albissola Marina.
Con queste celebra il " Corpo d’artista"  e i suoi derivati, preziosi in quanto d’artista.



Base Magica

Inoltre, associando feci e oro, sacralizza e dissacra la figura dell'artista, agendo  contro il feticismo del collezionista e contro una mitizzazione romantica dell'opera. 








Trasformano in un opera d’arte chi vi sale sopra e ne deve essere considerato tale  per tutto il tempo che vi rimane, oltre ai "Fiati" e alle "Linee".  Inizia la nuova  serie degli Achromes realizzati con nuovi ed inediti materiali: cotone, fibra di vetro, legno, pallini di polistirolo fosforescente, rosette, peluche, carta da pacchi, pane plastificato e uova .



Achrome 1961- palline di ovatta


Realizza, poi, la "Base del mondo", un parallelepipedo in ferro, installato nel parco della fabbrica Herning in Danimarca , capovolto al suolo: infatti, se guardato dall'alto verso il basso, la scritta si legge correttamente, l’intento era che un’opera fosse capace di sostenere il mondo intero.



Base del mondo 1961



Placentarium (progetto)


Nello stesso anno, Manzoni progetta insieme all'editore Jes Petersen la pubblicazione di un libro dalle pagine bianche: "Piero Manzoni. The Life and the Works".
Le ultime opere e progetti di Piero Manzoni sono caratterizzati da grandi opere  architettoniche: dalla finestra fosforescente realizzata in una fabbrica di camicie ad Herning, all’idea di tracciare una linea lunga quanto il meridiano di Greenwich, alla realizzazione del Placentarium, un grande "Corpo d’aria" abitabile. Il 25 gennaio 1963 si apre alla Galerie Smith di Bruxelles una mostra monografica dedicata all’opera di Manzoni.
Il 6 febbraio, Piero Manzoni muore improvvisamente di infarto a Milano, nel suo studio di via Fiori Chiari 16.


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